La scelta del piatto doccia è tra le decisioni più importanti nella progettazione di un bagno. Esistono numerose soluzioni in grado di soddisfare ogni esigenza di arredo, da piatti doccia classici a modelli più moderni da usare, ad esempio, in caso di doccia filo pavimento.
Oggi vogliamo aiutarti a fare maggiore chiarezza su questo complemento e guidarti nella scelta giusta per il tuo bagno.
Sembrano passati secoli da quando scegliere il piatto doccia significava accontentarsi di una o due soluzioni: quadrato o semicircolare, con misure contenute ma rigorosamente in vetro china. Lo scenario che ci troviamo davanti oggi è decisamente diverso e offre infinite soluzioni sia a livello di forme e dimensioni che di materiali utilizzati. Vediamo in base a quali criteri scegliere il piatto doccia.
Naturalmente la scelta non può prescindere dalle dimensioni del bagno. È abbastanza scontato che se il bagno è piccolo non possiamo permetterci il lusso di un piatto doccia troppo grande. In questo caso possiamo scegliere un piatto semicircolare 80×80, un piatto doccia quadrato 70×70 o, ancora meglio, una canaletta a filo pavimento, con una cabina dai lati totalmente ripiegabili sul muro. Questa soluzione è anche ottima quando ci troviamo davanti a fuori squadra difficilmente gestibili con i piatti doccia tradizionali.
Gli unici piatti doccia che possono risolvere un problema di questo tipo sono quelli in solid Surface o in pietra acrilica in quanto si possono tagliare a misura.
Il materiale più conosciuto è senza ombra di dubbio la vetro china. Oggi rispetto al passato la tecnologia permette di avere piatti doccia che raggiungono lunghezze notevoli (fino a 140-160 cm) e persino con altezze ribassate (3-4 centimetri). Il vantaggio principale dei piatti doccia in vetro china riguarda il fatto che, essendo fatti dello stesso materiale, hanno lo stesso colore dei sanitari. Inoltre, non temono l’azione degli agenti chimici e si puliscono facilmente. Lo svantaggio principale è la fragilità. La caduta di una boccetta in vetro è spesso sufficiente a sbeccarlo o a filarlo irrimediabilmente.
Molto più resistenti all’urto sono i piatti doccia in acrilico, rinforzati di vetroresina. Quelli di nuova generazione, sono ribassati, e possono raggiungere anche lunghezze di 160-180 cm. L’unico svantaggio riguarda la scarsa resistenza all’’azione di prodotti chimici aggressivi. Prima di utilizzare un qualsiasi detergente, è meglio verificare che non vi siano controindicazioni con questo tipo di materiale.
Il solid surface, della cui categoria il Corian è il materiale più conosciuto, oltre ad essere esteticamente molto bello, mette insieme i vantaggi delle precedenti soluzioni: è robustissimo e non si lascia rovinare nemmeno dai detergenti più forti. Il suo unico svantaggio è il costo.
Delle valide alternative al Corian possono essere quelli realizzati in pietra acrilica. Polveri di pietra e acrilico assemblate insieme per dare luogo a piatti doccia molto resistenti che solitamente si ispirano alle pietre e ai marmi naturali. Possono essere colorati in massa o rivestiti dal gel coat, lo stesso materiale utilizzato per rivestire le barche.
Infine, alcune aziende stanno proponendo dei piatti doccia in acciaio smaltato. Molto utilizzati in passato, avevano il problema che spesso la smaltatura saltava e il piatto tendeva ad arrugginirsi. Questi modelli sono realizzati con un acciaio smaltato da 3.5 mm, particolarmente resistente alle sollecitazioni meccaniche.
Per quanto riguarda i costi, i più economici sono indubbiamente quelli in vetro china, seguiti da quelli in acrilico. Mentre i più costosi in assoluto sono invece quelli realizzati in solid surface.
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