La ristrutturazione del bagno è un’attività abbastanza importante, deve essere fatta periodicamente per evitare infiltrazioni e perdite da tubi rotti o troppo usurati oppure per modificare gli ambienti della casa o anche per risolvere altri problemi strutturali. Si tratta di spese importanti che si aggirano intorno alle migliaia di euro. Fortunatamente esistono delle agevolazioni fiscali edilizie che permettono di risparmiare sui lavori di ristrutturazione. Queste detrazioni sono concesse solo a particolari condizioni, vediamole insieme.
Le agevolazioni fiscali sono un aiuto importante per chi intende ristrutturare il bagno, a patto che i lavori non siano relativi alla manutenzione ordinaria, in poche parole, non si può richiedere la detrazione per un semplice ricambio di rubinetteria, manopole, piastrelle, tinteggiatura dei muri e altri lavori simili, che normalmente vengono fatti nelle abitazioni.
Le agevolazioni fiscali sono concesse solo agli interventi di manutenzione straordinaria, ovvero tutti i lavori di ristrutturazione, che intervengono profondamente sull’assetto del bagno: sostituzione dell’intero impianto, costruzione di nuovi ambienti tramite muro divisorio, sostituzione dei tramezzi e altre apparecchiature.
Tuttavia, se nella manutenzione straordinaria è compreso anche un lavoro normalmente considerato ordinario (per esempio la tinteggiatura), anche questo viene detratto alla fine dei lavori, perché è necessario per portare a termine quelli straordinari.
Le agevolazioni fiscali sono state diffuse da un documento dell’Agenzia delle Entrate che comprende tutti i lavori edili.
Le detrazioni comprendono un’agevolazione sull’IRPEF pari al 50% delle spese per un massimo di 96.000 € a ciò viene aggiunta un ribasso dell’IVA del 10% (che normalmente è del 22%) per l’acquisto di beni e servizi.
Per poter rientrare nel beneficio è necessario informarsi sulla documentazione necessaria ben prima di iniziare i lavori.
L’inizio dei lavori deve essere comunicato tramite un documento chiamato CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) rilasciato dal Comune dove è situata l’abitazione oggetto dell’intervento.
Tuttavia in molti comuni (per esempio a Roma) questo documento viene rilasciato solo se nel progetto è compresa una modifica della distribuzione degli ambienti casalinghi, ovvero la demolizione o la costruzione di un muro separatore. In caso contrario, il CILA non viene rilasciato dall’ufficio tecnico del Comune e di conseguenza l’Agenzia delle Entrate non autorizza la detrazione.
In questi casi, è necessario agire per vie traverse facendo un atto notorio, cioè un’autocertificazione che dichiara l’inizio dei lavori agevolabili.
Parliamo ora dell’IVA al 10% che può essere applicata a lavori ordinari e straordinari su edifici residenziali per l’acquisto di tutti i servizi e solo per alcuni beni materiali.
Se, per esempio, desideri acquistare nuovi sanitari, una nuova doccia o uno stock di piastrelle, assicurati di inserire tutti i materiali dentro il contratto di appalto e falli acquistare all’impresa, l’agevolazione sull’IVA viene applicata quando i lavori sono finiti, nella fattura finale.
Attenzione, perché nel documento redatto dall’Agenzia delle Entrate è espressamente indicato che i materiali non devono essere acquistati direttamente dal committente dei lavori, pena la decadenza dell’agevolazione.
Se si vuole ristrutturare un bagno togliendo le barriere architettoniche, occorre ripensare totalmente alla disposizione di sanitari e altri elementi, per esempio, il lavabo non deve avere ingombri nello spazio sottostante ma permettere di inserire la carrozzella, il water deve avere un rialzamento e poi non devono mancare maniglie e altri ausili.
Se la ristrutturazione coinvolge anche l’arredamento è possibile richiedere le detrazioni per cambiare i mobili del bagno. L’agevolazione è del 50% per una spesa massima di 10.000 € e comprende l’acquisto di tutti i mobili di casa, compresi quelli del bagno. Questa agevolazione viene concessa solo per interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione o restauro conservativo.
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